domenica 29 luglio 2012

Grazie Maestri, grazie Levon Helm


Grazie Maestri, grazie Levon Helm
Sono perfettamente cosciente di perdere la stima di molti per questo articolo distante un miglio, dalle cose che scrivo di solito, ma nei miei primi trenta anni la musica girava nelle mie vene molte ore al giorno, poi mi sono disintossicato. Ma torniamo all'argomento ogni tanto muore un artista che si va ad aggiungere nel firmamento dell'arte, ho subito una serie di shock il primo fu John Lennon  (chitarrista e tasterista nonché co-leader dei Beatles, per non dire filosofo e genio) poi Gorge Harrison (Chitarrista solista dei Beatles, e grande innovatore sotto il profilo armonico, basti citare il brano "Something"),  poi Richiard Write, tasterista dei Pink Floyd indimenticabile il suo contrappunto con le tastiere nel brano "Confortably Nunb" del celeberrimo The Wall mentre si sciolgono gli assoli  di Gill Moore, ora sulla struttura armonica del ritornello sul doppio accordo a distanza di una quinta  (do sol) ora sulla struttura armonica a basso discendente  (mi- re, do si7) chiuse dal salto "la maggiore" "do maggiore" che solo i Pink potevano fare. Il vero capo lavoro, comunque, compreso da pochi intenditori rimane "the atom from mother" dove Write realizza dei capolavori di contrappunto sincopato ed arrangiamenti da favola che neanche Emerson  in ELP riuscirà a superare (a mio avviso suo grande discepolo).La presenza di Write nei brani dei PInk è sempre determinante ma mai invasiva, è sempre amalgamante, di grande atmosfera, pone le fondamenta armoniche tonali sopratutto in un gruppo dove la chitarra basso (Waters) era troppo assente nella dimensione tonale dei brani perchè troppo occupato nel giocare a prendersi la platea con la chitarra solista. Non temeva confronti ne nell'uso del piano tradizionale (the dark side of the moon) ne con l'Hammond con il mitico leslie, ne con il Rhodes. Ma il colpo più grosso è stato quando ho saputo della morte pochi mesi fa di Levon Helm, capisco che molti non lo conoscono poiché faceva parte di un gruppo che nonostante abbia avuto una grande fama soprattutto negli anni sessanta e settanta,  non è arrivato in Italia nella giusta considerazione che meritava. Infatti dopo i Beatles, dopo i Credence Clearwater Revival, non possono che esserci loro ossia i "The Band" un gruppo canadese, si chiamavano semplicemente "la banda" (in riferimento a quegli anni). Sono stati il gruppo supporter di Bob Dylan, che penso che basti ed avanzi per comprendere il livello del gruppo. Solitamente questi grandi artisti fanno le audizioni e si compongono la banda un elemento alla volta, in questo caso, più unico che raro, Bob Dylan dopo averli sentiti suonare prese la banda al completo perché erano troppo perfetti e bravi. La banda era composta da cinque elementi, ma contrariamente al modello del momento, ossia, doppia chitarra, basso, batteria e tastiere, nella composizione di "The Band" cerano due tastiere o meglio un piano ed una tastiera, e poi basso chitarra e batteria. Alla chitarra solista c'era Robbie Robertson, al basso Rick Danko, alle tastiere Garth Hudson, al  piano forte Richard Manuel e alla batteria Levon Helm. La cosa curiosa di questo gruppo e che tutti suonavano quasi tutti gli strumenti, per cui è facile trovarli nelle session a suonare altri strumenti. Levon Helm  nonostante era il batterista era anche il cantante del gruppo. Per chi ama la musica post Beatles, con un po' di funky, ritmen-blues, country con un piccolo affaccio al pop, ma su di una solida struttura rock questo è il gruppo giusto. Nonostante io apprezzi tutta la produzione dei "the band" il capolavoro indiscusso è certamente "The last Waltz". Di tutta la band sono ancora in vita solo due. Questi grandi artisti ci hanno regalato un briciolo di eternità estraniandoci dalla condizione umiliante del tempo. Giuseppe Turrisi 29-07-2012

venerdì 27 luglio 2012

MANIPOLAZIONE E GUERRA


Fino a poche tempo fa queste cose le dicevamo in pochi. Oggi, dopo che i banksters hanno dovuto scendere direttamente in campo e prendere in mano vari governi (da noi vedi Monti) tutto sta diventando evidente a tutti.
Un vasto fronte, almeno sul piano delle idee, si sta formando nel paese, indipendentemente da chi era o può ritenersi fascista o ex socialcomunista o altro. E’ un fatto positivo. Del resto questi criminali, che hanno riempito le città di banche e distrutto tutta la piccola economia popolare, stanno facendo carne di porco dello stato sociale: ogni euro deve andare ai banksters, non c’è più niente per il popolo! Siamo sotto un usura peggio di quella mafiosa. Questo crea miseria e disperazione. In Argentina fu possibile una rivolta di popolo, in Italia, da noi, ho i miei dubbi.
Il fatto è che da noi tutte le tradizioni nostrane sono state distrutte o stravolte; a sinistra basta vedere come è finito il comunismo, e a destra, un pugno di farabutti, collusi con i servizi, fin dagli anni ‘50, hanno deviato quella che poteva essere una magnifica rifioritura di una base nazionalpopolare.
La gioventù infine, tra mode, miti musicali, sballo, droghe, video giochi e sport demenziali, l’hanno americanizzata e dissolta.
Non credo sia possibile in Italia una rivolta di popolo, tranne saccheggi ai negozi di Hi Fi, senza contare che siamo pieni di basi Nato e la presenza dei Servizi, che possono controllare ogni gruppo politico, non consentirà di mettere in piedi seri tentativi di rivolta.
 
L’unica speranza, solo per chi rimarrà in vita, è il disastro nucleare a cui questi criminali d’occidente ci stanno facendo correre un serio rischio.
Ho paura che hanno tutto già progettato: o russi e cinesi, cedono in qualche modo e danno il via libera, alla distruzione della Siria, del Libano e dell’Iran, con dissoluzione successiva della Russia di Putin, aprendo la strada alla Repubblica Universale, oppure rischierebbero anche una breve guerra atomica.
Del resto è da sempre nei progetti mondialisti la drastica riduzione della popolazione mondiale e chi di dovere ha già predisposto rifugi e località in cui, portarsi momentaneamente.
Vada come vada, ben sapendo che l’Italia, a causa delle basi Nato, sarà un obiettivo strategico.  Bruciasse pure il Colosseo, Castel Sant’Angelo, San Pietro: chi se ne frega! oramai sono solo monumenti vuoti, morti.  Anzi l’Arco di Tito lo usano per festeggiare le vendette ebraiche, alla presenza umiliante del sindaco di Roma (chissà se per l’occasione, nel 2008 ai festeggiamenti dei 50 anni di Israele, sotto l’arco di Tito, si nascose la croce celtica che portava al collo).
Magnifici questi destristi, in men che non si dica diventano i migliori amici di Israele. Fini è di casa a Gerusalemme, Akemanno cosa non farebbe per la comunità ebraica romana, la moglie di Storace dichiarò che Francesco a Gerusalemme, di fronte al museo dell’olocausto pianse. Bah.
Comunque questa cinica, falsa civiltà occidentale merita di morire. E con la distruzione di Roma speriamo che almeno, possa arrivare un bombardamento atomico sulla sacra terra di Israele, veri mandanti del massacro, rendendola invivibile per migliaia di anni. Una volta tanto lo diciamo noi il “muoia Sansone....”.
 
Maurizio Barozzi

KUNIKO KATO

LA SPLENDIDA, MERAVIGLIOSA ED UNICA
K U N I K O   K A T O